La storia

La storia

L'argilla ha un sapore biblico, è il punto intermedio fra Dio e l'uomo, tra l'immortalità e la vita.

"Poi dopo aver creato la terra, il cielo e le stelle il Signore prese la creta, la plasmò e con un soffio diede vita all'uomo"


Le prime testimonianze sulla produzione di mattoni risalgono ai tempi dei Babilonesi oltre 5000 anni fa. Inizialmente si utilizzavano crudi, solo essiccati al sole; dal 2500 a.C. si iniziò la cottura. La pietra non era sempre disponibile, e comunque di faticosa e lunga lavorazione, l'argilla invece, si prestava ad essere impastata e plasmata con facilità per costituire una volta essiccata un valido sostegno alle prime costruzioni. Sin dalle origini il mattone ha avuto forma parallelepipeda con un preciso rapporto aureo tra le sue tre dimensioni. Normalmente la lunghezza è il doppio della larghezza e questa è il doppio dello spessore. Per la sua plasmabilità l'argilla ha consentito nel tempo la costruzione di mattoni di diversi profili, consentendo all'artefice la possibilità di arricchire artisticamente la costruzione, con tendenze diverse a seconda dei periodi e dei luoghi.
Dai Sumeri ai Babilonesi, dagli Assiri agli Egiziani, dai Greci ai Romani, i mattoni in terracotta rappresentano un materiale che nel corso della storia è stato impiegato senza confini. In Europa sono numerose le testimonianze della ricca architettura medioevale. Il mattone in terracotta è rimasto uno dei pochi prodotti composto di soli materiali naturali. argille, sabbia, acqua e fuoco sono gli elementi che lo compongono, opportunamente lavorati, con il supporto delle nuove tecnologie per il controllo della cottura, danno origine ad un prodotto che rappresenta una scelta mirata ad ottenere costruzioni durature, esteticamente gradevoli, e nel tempo economicamente remunerative.

Il cotto in Piemonte

Nella Pianura Padana si hanno testimonianze di cotto fin dal II secolo a.C., il mattone assume ben presto il monopolio nella costruzione urbana e rurale. Esso diventa sinonimo di casa, di focolare domestico. In una regione quasi del tutto priva di cave di pietra e marmi , ma ricca di strati argillosi, si fece di necessità virtù, e così il cotto surrogava perfettamente i materiali più pregiati, tant'è che a volte veniva poi intonacato e decorato per somigliare al marmo, il suo impiego si diffuse nella zona Padana. In netto anticipo rispetto ad altre zone díItalia. Usufruendo dellíesperienza degli etruschi una fitta rete di fornaci si insediÚ su tutto il territorio.
Preziosa testimonianza dell'attività dei primi fornaciai è il mattone manubriato, così detto per la fessura destinata a servire come presa per renderlo più maneggevole. La dimensione tipica del manubriato era base cm. 29,5 x altezza cm.45 spessore cm.6,5 peso approssimativo 16 kg. Oltre ai mattoni, i reperti archeologici ci restituiscono coppi e scandole per le coperture, mattonelle per i pavimenti e sagome per le parti decorative. Il ruolo del laterizio in età medievale è ampiamente documentato da fonti scritte e abachi delle misure.
Elementi decorativi di finitura, venivano plasmati per ricavarne cornici e capitelli per arricchire gli edifici pubblici, le chiese e i palazzi. L'architettura delle nostre città non sarebbe la stessa senza il contributo fornito dal cotto, nei progetti del Juvarra (1678/1736), del Guarini (1624/1683 ), dell'Antonelli (1798/1888), del Vittone 1705/1770) il cotto ci seduce e affascina con prestigiose testimonianze. L'ideologia architettonica del Guarini, in linea con altri autorevoli architetti diceva che non debbono usarsi materiali che non essendo del paese non possono reperirsi se non con grande spesa e che in linea di massima non è tanto la materia che determina la bellezza dell'opera quanto la sua bella disposizione. Il cotto per la fedeltà delle copie e la modicità dei prezzi permette di esprimersi architettonicamente anche alle fortune più modeste negli ambienti rurali rispetto alle grandi opere dei famosi architetti prima citate. La simmetria delle costruzioni, prevalentemente impostate su un corpo padronale centrale, sormontato da uno slanciato timpano sul quale veniva raffigurato lo stemma della casata, contornato da maniche assolutamente simmetriche costruite in mattoni con lesene talvolta intonacate negli sfondati.
La decorazione mattoni/intonaco veniva ripresa nelle giuste proporzioni, e con il laterizio si creavano modanature per dare risalto con i mattoni sagomati, variegati talvolta nel colore ai profili di porte, finestre, archi, per rimarcare i diversi piani, si slanciavano colonne con imponenti capitelli , talvolta si creavano dei grigliati con forme speciali.

Acuni esempi di prestigiose costruzione in mattoni,in Torino: Borgo Medievale, particolari dei Padiglioni di Venaria Reale ,Castello del Valentino, a Racconigi per le tenute Sabaude, alla Mandria per una costruzione rustica progetto di Antonelli ad Asti la bifora di Palazzo Solaro,la facciata di Palazzo Strata, la fascia marcapiano di Palazzo Catena, la Torre Troiana nel Marchesato di Saluzzo l'antico Palazzo Comunale, il Campanile di San Giovanni la torre del Comune di Revello, a Biella Palazzo Gromo, il museo Civico, nel novarese il Portale di Gattinara, l'abbazia si S. Nazaro Sesia, nell'alessandrino il portale della Chiesa di Santa Maria della Guardia di Sale ecc.ecc. Ancora oggi, la Fornace Ballatore contribuisce con il suo lavoro a restaurare fedelmente il patrimonio artistico architettonico lasciatoci da grandi maestri e consente ai progettisti contemporanei, artefici dell'attuale architettura di esprimersi per mezzo dei suoi mattoni, materiale talvolta considerato povero, ma nobile , ricco di storia e sicuramente secolare.